mercoledì, 09/07/2003

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Ed è solo l’inizio (my own private hell)
Da ieri sono -virtualmente- in vacanza: ho molte cose da fare, ma più tempo per farle e scadenze flessibili, quindi diciamo che mi sto rilassando. Sto ammonticchiando la pila dei libri per l’Estate, quella dei dischi, mi sono concesso un paio di gratificazioni che mi ci volevano e sono pronto ad almeno un mese di slow life. Io sono pronto, ma evidentemente la mia vita no.
Questa mattina vero le 7 sono stato svegliato dal frastuono, martellante ed insopportabile, degli operai che montavano un ponteggio ad un metro dalla mia testa. Stoicamente mi sono girato, deciso a far pagar care le ore di sonno che mancavano per il raggiungimento del minimo sindacale. In fin dei conti ieri mi sono coricato poco prima delle 4, dopo una serata miracolosamente piacevole che, causa triplice festa di laurea, si è svolta in larga parte in una discoteca-parco del centro, che la popolazione che è poco definire fighetta e la musica che è poco definire commerciale (e di bassa lega) hanno fatto di tutto per far crollare. Della serie: mancava giusto un cellulare MMS e un paio di mojito in più -nonchè la piscina, la villa e gli emaciati modelli del nord Europa…insomma, praticamente c’erano solo le donnee i fighetti- per sentirsi dentro una pubblicità della Omnitel. Vabbè, sopravvissuto alla serata senza dare all’improponibile disco la soddisfazione di abbattere il mio umore -e senza dare un dispiacere ai festeggiati, che poverini non potevano sapere quant’era infame il luogo che avevano scelto-, pensavo di meritarmi almeno 8 ore di sonno. Povero illuso.
Riuscito non so come a metabolizzare il rumore di cantiere fuori dalla finestra, ci si è messa la voce dell’elettricista che, dall’altra stanza, snocciolava cifre a 3 zeri (di euro) che i vari interventi indispensabili all’impianto richiedevano. Abbastanza per farmi perdere il sonno e farmi strisciare senza neanche salutare sotto la doccia. Cominciando a prendere contatto col mondo, sono stato -ancora- interrotto: mi avvisano che stanno per togliere la corrente e che quindi devo fare presto. Bestemmio in turco, mi sciacquo i capelli ed esco dalla doccia. Niente luce quindi niente computer, stereo o telefono…proprio l’ideale per la mia prima giornata di vacanze. Ora è tornata la calma, ma è la quiete prima della tempesta: tra qualche giorno i lavori si sposteranno DENTRO casa, dovremo vivere in due in una stanza stipata di mobili e scatoloni senza stereo e con un solo computer. Praticamente l’inferno. Ed il brutto è che è solo l’inizio.
[perdonate lo stile claudicante e la consecutio improbabile…ma è un’ulteriore conferma dello stato in cui sono]




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