Mi dicono che ho problemi di audience design
Dici che il mio blog non lo leggi quasi mai. Dici che non ti ci ritrovi, che non ti convince, che “c’è qualcosa che non va”. Dici che comunque è un blog interessante, fatto bene, e che c’è un motivo se 150 lettori diversi lo visitano ogni giorno. Però non lo leggi. “Ma non perchè sia brutto”, precisi di nuovo. Hai provato a spiegarmelo, ma non so se ho capito.
Dici che il mio blog ha problemi di audience design (che parole fighe che sai usare), e che la mia immagine del suo lettore modello è vaga e poco precisa (oppure hai usato la parola “poco uniforme”? Non mi ricordo). Parlo di argomenti incompatibili tra loro, uso toni e registri diversi: a volte sono quasi giornalistico e “un po’ impostato” (è anche quello il bello, no?), a volte intimista e confessionale fino alla nausea (si vede che non hai letto certi altri blog..), a volte tagliente e a volte grossolano (dipende da quanto tempo ho, di solito). Di conseguenza, aggiungi, ti senti esclusa dal pubblico dei miei lettori (oddio, mi fa senso parlarne così…pubblico, lettori…), hai la sensazione che io non lo scriva per te (effettivamente no, a dire la verità…non solo per te, almeno), e che non hai proprio lo stimolo a leggerlo.
E poi, il colpo finale: dici che sul blog non sono me stesso. E visto che non si tratta di un problema di identità sessuale come per Personalità Confusa, evidentemente ti stai riferendo a qualcos’altro. Non capisco bene a cosa però. Invece proviamo a ribaltare la questione: e se fosse di persona che non sono me stesso? E se fosse il blog la mia dimensione naturale? [vabbè, naturale per modo di dire] A quel punto che fai? Smetti di vedermi e telefonarmi perchè dal vivo sono falso? Mi incoraggi a fingere? O inizi a leggere il mio blog?
[fregata!]
C’est moi.
La rompi che trova sempre qualcosa da dire, o qualcosa da snobbare.
Al momento, però, lusingata, sorpresa, divertita, solleticata, sorridente, soddisfatta.
Il tuo blog è un fuoriclasse, ma tu sei meglio.
Forse volevo solo tirarmela un po’ perchè ti conosco, eccome. Modestamente, superbamente, con tutta l’arroganza e tutta l’umiltà di cui sono capace, ti conosco.
Comunque, merci beaucoup.
Comunque, davvero, evviva inkiostro e i suoi pari, evviva inkiostro e i suoi amici… me compresa ;-)
troppo magnanimo, caro il mio Ink. Troppo… E poi, non vorrai mica darle soddisfazione, no ? ;)
Grazie Iaia, sono commosso… :)
Cmq tra le 5 opzioni che hai proposto manca proprio quella che ho scelto: ci scrivo su un post. Così non può più dire di non essere tra di ‘destinatari designati’ del blog, no? :)
Fossi stata al tuo posto avrei reagito: 1. rispondendo “sisssi, va bene, uh certo come avevo fatto a non accorgermene… scusa scusa mi brucia l’arrosto… ti chiamo io, ti chiamo io !” e cancellando irrimediabilmente il numero di telefono dalla rubrica; 2. andando di nascosto sulla pagina del Bullshit Generator e cercando un po’ di locuzioni con cui controbattere alla cazz… alla str… ad “audience design”; 3. spiegando che un blog non è un sito (ma per usare questo approccio avrei dovuto essere davvero in periodo buono); 4. chiedendo di vedere l’opera di sì tanta superiorità (se si è così esperti, è ovvio che il proprio blog sarà magnifico), al fine di trarne utilissimi spunti; 5. fregandomene. OK, Ink, chiedo scusa, mi sono lasciata andare. Il tuo blog mi piace. Non ti conosco di persona, pertanto non so come sei davvero. Ma il tuo blog lo leggo, tutti i giorni, più volte al giorno, prima e dopo i pasti. E mi piace così.
eggià, senza gli attriti delle altre personalità possiamo dare sfogo a quello che crediamo di essere veramente.