::. Ieri. Ulan Bator live@Estragon
Gli Ulan Bator dal vivo sono portentosi. La loro musica, qualcosa che oscilla tra melodie ipnotiche ed esaltati cavalcate, sussurri ed esplosioni, dramma e ballata, dal vivo è nel suo habitat naturale. La joueuse de tambour è più cinematografica che mai, Merci x faveur è quello che il pop dovrebbe sempre essere e Soeur Violence ibrida qualcosa di jazzy, ballata, pop e rock con un fascino difficilmente eguagliabile. Amaury Cambuzat è carismatico quel tanto che basta per essere un ottimo leader senza risultare presuntuoso, la chitarra di Egle Sommacal è adeguatamente defilata ma presente, il basso sinuoso il giusto, e la batteria è tra le migliori che io abbia mai sentito (e visto); onore al merito di Matt Dainese, batterista geniale ed anfetaminico i cui ritmi in levare ed il cui stile sempre sopra le righe (movenze tarantolate comprese) sono forse il maggior merito del gruppo franco-italiano.
Peccato ci sia stato poco spazio per i brani vecchi, a favore delle canzoni dell’ultimo Nouvel Air (prossimamente su queste pagine), che privilegiano decisamente il pop e la forma canzone rispetto agli strumentali, alle improvvisazioni ed alle code rumoriste che hanno caratterizzato per anni il suono della band. Ma in fondo ci si può accontentare; solo quando è straordinario un concerto non basta mai.
stupendo manuel fabbro al basso!